Lettera critica di Giovanni Berchet, pubblicata nel 1816, premessa alla sua
traduzione di due ballate di G.A. Bürger,
Il cacciatore feroce e
Leonora, e nella quale, ispirandosi soprattutto agli scritti di M.me de
Staël, egli esamina e difende, sotto forma di consigli al figlio, i
principi del Romanticismo, di contro alla poesia classica e alla precettistica
classicheggiante. Per le vaste ripercussioni che ebbe, e le polemiche che
suscitò, essa può considerarsi il manifesto del Romanticismo
italiano.